Strumenti

Carlo Alberto Felice Palanca (Palancato 1691-Torino 1783)

Carlo Alberto Felice Palanca è il costruttore italiano di strumenti a fiato del XVIII secolo di cui ci rimane il maggior numero di strumenti, tra flauti traversi e dolci, fagotti e oboi. Nacque a Palancato, una frazione di Boccioleto (Vercelli) nel 1691, e morì a Torino il 23 dicembre 1783. Figlio di Giovanni Lorenzo Pitteti, flautista e costruttore di flauti (1645 circa - 1725) e fratello delle due pittrici Angela Maria ed Anna Maria Domenica, prese come il resto della famiglia il cognome Palanca, dal nome del suo villaggio natale, quando si trasferì a Torino, nel 1696. Oltre che costruttore fu ottimo musicista e venne assunto come suonatore di fagotto nella Cappella Reale di Torino nel 1719.

I suoi flauti traversi si rifanno ad un modello tardobarocco. Sono di costruzione solida e di diametro esterno leggermente più grande della media degli strumenti di altri costruttori. Normalmente il foro dell'imboccatura è leggermente ovale. Il suono è pieno e piuttosto robusto ma mai sgraziato, anzi risulta molto dolce e ricco, specialmente nei movimenti lenti. Lo strumento oggetto delle copie è conservato presso una collezione privata di Francoforte ed è disponibile in bosso, ebano o resina sintetica. È uno strumento particolarmente adatto all'esecuzione degli autori italiani, ma anche della musica di J.S. Bach e G.P. Telemann. 

È possibile ordinare anche un modello ispirato all'originale conservato presso il Conservatorio di Torino con modanature piene in avorio e tappo alto di forma cilindrica, ma con le stesse caratteristiche acustiche del modello di Francoforte, dal momento che l'originale è stato modificato pesantemente, probabilmente nel corso del XIX secolo.

Lo strumento è disponibile sia con il La a 415 Hz che con l'intonazione moderna a 440 Hz.

Costruire copie dei flauti di questo grande artista nella stessa città dove egli creò i suoi strumenti più di due secoli fa, è un onore, una responsabilità, ma anche una grande soddisfazione personale


Godfried-Adrian Rottenburgh (Bruxelles 1703-1768)

Il flauto di G.A. Rottenburgh, detto anche "Rottenburgh figlio" per distinguerlo dal padre Joannes Hyacynthus Rottenburgh, anch'egli costruttore di strumenti a fiato e ad arco a Bruxelles, è uno degli strumenti più versatili e più soddisfacenti da suonare, adatto ad interpretare tutto il repertorio tardo barocco e classico. La maggior parte delle copie esistenti si rifà all'originale di proprietà di Barthold Kuijken e agli esemplari conservati presso il meraviglioso Museo di Strumenti musicali della stessa città. Le sue ottime qualità timbriche lo hanno spesso portato ad essere identificato come lo "Stradivari dei traversieri". È disponibile in bosso, ebano o resina sintetica.

Bosso europeo con modanatura in avorio artificiale. Chiave in argento. La 415.

Il bosso europeo, uno dei legni più duri del continente, è da sempre uno dei materiali più usati per la costruzione di strumenti a fiato quali, flauti traversi, flauti dolci e oboi. La sonorità è calda ma decisa; morbida nel registro medio, piuttosto squillante in quello acuto nel forte, ma delicata nel piano, rotonda e piena in quello grave. 

Bubinga con modanatura in avorio artificiale. Chiave in argento. La 415. 

Il bubinga, chiamato anche kevazinga o akume, è un legno duro africano originario del Cameroun e dal Gabon dove gli enormi alberi raggiungono i trenta e più metri d'altezza. Ha colore bruno rossastro e una qualità oleosa al tatto allo stato grezzo prima della lunga stagionatura. Gli strumenti costruiti in bubinga hanno un suono caldo, potente, e ricco nel registro grave. La frase musicale nel legato sgorga come un flusso di miele dorato. Nel registro medio e acuto è morbido e rotondo, privo di asperità. 

Resina sintetica con modanatura in avorio artificiale. Chiave in argento o alpacca. Finitura opaca ad imitazione di grenadiglia. La 415.

La resina sintetica ha straordinarie qualità meccaniche e fisiche, e alta densità strutturale, con un peso specifico superiore perfino a quello dell'ebano naturale. Il suono è robusto, chiaro e squillante nel registro medio-acuto nonché definito e profondo in quello grave. L'intonazione rimane costante con qualsiasi temperatura, e lo strumento non patisce umidità o climi secchi. Non necessita inoltre di alcuna manutenzione, oliatura o rialesaggio dopo qualche anno. La lavorazione è identica a quella del legno.


Karl August Grenser (1720-1807)

Attivo a Dresda fin dal 1744, K.A. Grenser, cui si unì in seguito il nipote Johann Henrich Grenser (1764-1813), è certamente tra i più celebri costruttori di flauti del periodo tardo barocco e classico.

Nel corso dei circa cinquant'anni in cui K.A. Grenser fu in attività i suoi modelli variarono per diverse caratteristiche estetiche e tecniche: la forma del foro di insufflazione (tondo o ovale), le modanature e i materiali utilizzati, ma in generale si distinguono tutti per sonorità brillante e nitida e per un'articolazione pronta e precisa. Karl August e il nipote Johann Henrich apportarono ulteriori notevoli migliorie ai loro modelli, aggiungendo nel corso del tempo allo strumento altre chiavi (fino a otto), che si avviò così a svilupparsi in quello che sarà poi il flauto del periodo tardo-classico e romantico. 

Lo strumento proposto deriva da un flauto costruito da K.A. Grenser intorno al 1790. Si tratta di un flauto particolarmente indicato per il repertorio classico e tardo barocco, in particolare per Mozart, Haydn, C.P.E. Bach ecc. La sua intonazione è La=415 Hz e può essere costruito in ebano, bosso europeo o resina sintetica. Il modello nelle foto è in ebano non verniciato.